Città Aperta, il Pronto soccorso toglie competenze al pubblico per permette a pochi privati di fare affari
- Redazione
- 16 apr
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Non si placano le polemiche dopo la notizia di quache giorno fa dalla Regione che darebbe la possibilità all'Asp Messina di avviare tutte le procedure per riaprire il Pronto soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona, chiuso durante la pandemia e mai più riaperto, con le associazioni che si dicono contrarie a tale decisione su una possibile gestione ai privati. Anche il Movimento Città Aperta di Barcellona, in una nota, si dice contrario di affidare la sanità ai privati
Depotenziamento, chiusura, incertezza e disagio - secondo Città Aperta - in questi ultimi anni, il problema come è noto ha radici ormai lontane nel tempo, il Cutroni Zodda ha subito una serie di colpi assestati da una politica che sempre di più rende evidenti le proprie priorità. Oggi ne abbiamo avuto chiara notizia. Dovremmo rallegrarci, dimostrare soddisfazione per la soluzione proposta? Esternalizzare il servizio del pronto soccorso, anche se temporaneamente, non può che suscitare ulteriore rabbia e scoramento nella cittadinanza.
Significa di fatto affidare ai privati la gestione della sanità, dando avvio ad un'erosione del sistema che inevitabilmente porterà a creare disparità e squilibri a livello sociale; appare inoltre come minimo operazione superficiale, se non incosciente e inutile, aprire un sedicente pronto soccorso che sia privo dei necessari reparti relativi all' emergenza urgenza.
Il servizio sanitario è e deve rimanere una priorità assoluta dei territori e non essere soggetto a dinamiche legate al profitto e alla concorrenza tra privati.
Le parole del sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto e dell'onorevole barcellonese Galluzzo ci inquietano. Rallegrarsi per una "rinascita" del Cutroni Zodda tramite l'intervento dei privati significa esplicitare un disegno politico che si era già palesato: togliere competenze al pubblico per permettere a pochi privati di fare affari. Sulla salute dei cittadini.
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