Una lunga attesa per dare dopo quatto ore il "benservito" al sindaco. Questo è stato il triste epilogo ieri sera all’interno dell’aula consiliare del comune tirrenico di Terme Vigliatore, dove ben otto consiglieri si sono organizzati in maniera compatta per votare la mozione al sindaco dott. Domenico Munafò, il quale, dopo due anni e mezzo è stato sfiduciato dai suoi stessi consiglieri che in primavera del 2018 se lo hanno prima coccolato e dopo abbandonato attribuendogli responsabilità sulla vita amministrativa di quel comune.
Alluvione gestita male e coronavirus, dicono i più informati, sarebbero stati la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Bisogna crederci a questa versione? Beh, intanto per il momento tutti vanno a casa a trascorrere il Santo Natale con le proprie famiglie, poi alle prossime elezioni di primavera si vedrà chi ha avuto ragione o torto, i cittadini saranno i veri giudici che dovranno emettere nelle urne con la matita la sentenza su quanto si è verificato.
Ricordiamo la mozione di ieri sera, è passata, ed ha visto otto consiglieri pronti e determinati già prima di entrare in aula per votare la sfiducia, un regolamento che è previsto dalla legge elettorale che da la facoltà al consiglio comunale di poter sfiduciare il sindaco a metà del suo mandato, come accaduto ieri sera, quando i sette firmatari hanno potuto usufruire della presidente del consiglio, potendo così raggiungere il quorum necessario per estromettere il proprio sindaco.
Ora ci saranno quasi sei mesi duri per la vita amministrativa di quel paese, con il commissario ad acta che sarà nominato dalla regione siciliana che dovrà gestire l’ordinario, una brutta gatta da pelare, con la speranza di non incidere sulle tasse comunali a carico dei cittadini, altrimenti ci sarebbe oltre al danno la beffa.
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