[Un anno e mezzo dall'inizio lavori: "il ponte della vergogna rimane fermo"]

<Una roba del genere ti fa impazzire e ti fa sentire assolutamente indignato>

Stiamo cercando di fare solo un pò di cronistoria del Ponte Mela, un’opera che da quando è stata consegnata all’impresa per effettuare i lavori di messa in sicurezza non è mai decollata.

Era fine aprile del 2023, quando venne chiuso il ponte alla circolazione stradale per consentire alla ditta in (sub-appalto) di lavorare in modo di poter iniziare e completare i lavori di quel vecchio ponte e consegnarlo in tempi brevi, vista l’importanza di quell’arteria che collega con la litoranea i due comuni più popolati dopo la città capoluogo, Messina, Milazzo con Barcellona.

Chi immaginava che sarebbero “almeno stavolta” rispettati i tempi di consegna è rimasto proprio deluso, perché i lavori nel primo anno e mezzo trascorso sono andati avanti lentamente “a passo della lumaca”.

Anche la bretella da alcuni giorni di nuovo chiusa e realizzata con molto ritardo, ha fatto emergere all’occhio della popolazione una certa disapprovazione, sia nella progettazione, sia per la sicurezza per chi la transita.

Si potrebbe registrare un film cortometraggio per come vengono eseguiti ai lavori e per raccontare le varie fasi di questi primi 18 mesi di cantiere lavori del Ponte Mela e della stessa bretella, quest’ultima doveva servire per snellire la viabilità sulla Statale 113, ed invece non ha dato nessun riscontro positivo, essendo quasi sempre aperta per poco tempo e addirittura senza manutenzione alcuna, che avrebbe dovuto agevolare il passaggio veicolare almeno di giorno durante le ore di apertura.

Ritardi che non possono mai giustificare il completamento dell’opera, assai importante per il territorio della costa tirrenica, con scarsa sensibilità di coloro i quali avrebbero dovuto adoperarsi per fare rispettare i tempi di consegna e che invece continuano a prolungarsi senza una data certa di fine lavori.

A fine dicembre dovrebbero arrivare le travi , qui il condizionale a questo punto è d’obbligo, anche perché siamo in Sicilia e crederci anche stavolta è solo utopia.