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La morte di Giuseppe Puliafito, tre lunghi mesi senza risposta dall'ASP, la denuncia sui ritardi nei soccorsi

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    Redazione
  • 11 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min


<Quel pomeriggio dello scorso sette marzo, ci sarebbero stati dei presunti ritardi nei soccorsi del 118, fatali per la morte del direttore di 24Live Giuseppe Puliafito: la moglie Flaviana Gullì non si da pace e chiede tramite il suo legale la cartella clinica per fare chiarezza sul perchè del decesso>


Chiunque di noi dopo la perdita di un proprio caro avrebbe preteso di conoscere tutta la dinamica del decesso di una persona cara, il caso di Giuseppe è apparso già da subito con tanti dubbi; la morte del giornalista Giuseppe Puliafito, avvenuta al Teatro Trifiletti di Milazzo, lo scorso sette marzo, in occasione di una conferenza stampa svoltasi appena tre mesi fa, quel pomeriggio, Il Puliafito, accusò un malore e immediatamente furono chiamati i soccorsi, i soccorritori giunsero sul posto, sembrerebbe, con notevole ritardo e senza un medico a bordo sull'ambulanza del 118.


Secondo la consorte, l'uomo sarebbe deceduto durante la fase dei soccorsi. Oggi la signora Flaviana Gullì e il proprio legale, hanno trasmesso una dettagliata nota per conoscere giustamente i fatti, attraverso la registrazione delle telefonate di quel pomeriggio fatte alla centrale del Papardo.

Tuttavia, non sarebbe la prima volta che i soccorsi giungano da queste parti in ritardo e senza medico a bordo, una situazione assurda che andrebbe attenzionata in modo di evitare casi analoghi.


LA NOTA


“Per la verità. Perché non accada mai più”: una denuncia collettiva l’inefficienza del sistema di emergenza-urgenza


"Lui non tornerà. Ma l’inefficienza del sistema di emergenza-urgenza può – e deve – cessare". Con queste parole si apre una mobilitazione civile e morale che scuote le coscienze e denuncia con fermezza le gravi carenze del sistema sanitario nell’area tirrenica messinese. Una denuncia che nasce da un dramma, ma si trasforma in impegno collettivo: quello di non permettere che tragedie come quella avvenuta recentemente si ripetano.

Il caso riguarda la morte di Giuseppe Puliafito, direttore di 24live.it, e dei 52 lunghissimi minuti durante i quali è rimasto inerme a cercare aiuto senza ricevere cure, in balia di un sistema di emergenza-urgenza che si è rivelato incapace di garantire tempestività, coordinamento e presenza di personale qualificato nei momenti decisivi. Un tempo inaccettabile in qualunque situazione, soprattutto in un contesto sanitario che dovrebbe garantire risposte rapide e salvavita. E ancor di più se la seconda chiamata al 118, citava testualmente: “Fate presto, è agonizzante”.  Invece, nonostante quest’ultima telefonata l’ambulanza è arrivata dopo 38 minuti e senza medico a bordo.

Di queste telefonate, la moglie Flaviana Gullì – tramite il suo legale – ha richiesto le registrazioni alla centrale del 118 del Papardo, insieme alla relativa cartella clinica. Ad oggi, a due mesi e mezzo dalla richiesta formale, nessun documento è stato consegnato.

Una sequenza di errori, omissioni, silenzi.

Dopo l’arrivo dell’ambulanza il paziente giunge al Pronto soccorso dell’Ospedale Fogliani di Milazzo dopo 7 minuti.

Subito dopo

· Il paziente non viene preso immediatamente in carico all’arrivo in ospedale, ma dopo altri 7 minuti

· Non viene effettuato alcun esame diagnostico, sebbene disposto dal personale sanitario.

· Nella cartella clinica non viene indicata la causa dell’arresto, né documentato alcun tentativo di diagnostica

· La moglie, già spezzata dal dolore, non viene mai accolta né informata da un medico. Quando, per la seconda volta, entra nel pronto soccorso, si trova davanti il corpo del marito, nudo, su una barella gelida e senza nemmeno un lenzuolo che lo copra. La sua dignità è stata distrutta. Nessun rispetto per il dolore della moglie che ha in mente quell’ultimo frame dell’amore di una vita. 

Questa vicenda ha visto il racconto dettagliato, ricostruito attraverso diverse testimonianze oculari, della testata giornalistica del, purtroppo compianto, direttore. Non si tratta di commemorare chi non c'è più, ma di denunciare un sistema che ha fallito e di chiedere risposte concrete alle istituzioni.

Il caporedattore di 24live.it, Falviana Gullì – moglie del direttore - in un appello pubblico, ha chiesto verità, trasparenza e responsabilità. Il silenzio e la reticenza delle autorità sanitarie non sono più tollerabili. Serve un’indagine approfondita, ma soprattutto serve un piano di riorganizzazione serio, efficace, centrato sui diritti del cittadino e sul rispetto della vita umana.

" In tutta questa storia – ha detto - al grande dolore per la perdita del mio compagno di vita si somma l'amarezza nel constatare che la macchina dei soccorsi ha funzionato a rilento, che le mie proteste sono state accolte con indifferenza da parte delle istituzioni e che forse qualcuno avrebbe potuto fare di più per salvare una vita umana, che è stata trattata come un numero mentre per me rappresentava tutto".

Con la diffusione della storia, si chiede:

· La revisione urgente dei protocolli del sistema di emergenza-urgenza del territorio;

· Il potenziamento dei presidi ospedalieri e del personale sanitario;

· Maggiore trasparenza nella gestione delle risorse e nelle comunicazioni istituzionali;

· Un impegno politico concreto da parte delle autorità regionali e nazionali per garantire servizi adeguati alla popolazione.

La nostra battaglia è per la verità, non per puntare il dito, ma per costruire un sistema migliore. Perché il tempo delle parole è finito. È il momento dell’azione, anche se per qualcuno è, in verità, già troppo tardi.

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