<Al Comune di Barcellona P.d.G. scatta l'aumento dell'indennità per chi amministra>
Anche il "Fatto Quotidiano" ha messo in risalto la notizia a livello nazionale. Il Coordinatore Regionale di Italexit per l'Italia, Giuseppe Sottile, trasmette una nota alla stampa sull'aumento dell'indennità di Sindaco, vice Sindaco, Presidente del consiglio e sette Assessori del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto
La nota di Italexit per l'Italia
Apprendiamo che con determina dirigenziale del 23 dicembre scorso gli amministratori del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, nelle figure del sindaco, del vice sindaco, degli assessori e del Presidente del Consiglio, si sono di fatto aumentati lo stipendio, aderendo o, comunque non opponendo alcuna “diversa manifestazione di volontà” (e ci mancherebbe altro) rispetto a quanto previsto dalla Legge regionale N.13 del 2022 (legge finanziaria della Regione Sicilia), che recepisce, a sua volta, i commi 583, 584 e 585 dell’art.1 della legge finanziaria dello Stato (N.234 del 2021).
Tali aumenti – per come si legge nella suddetta determina – sarebbero disposti in tre step, il primo dei quali sarebbe in realtà già in vigore dal primo luglio 2022, mentre il secondo ed il terzo decorrerebbero dal gennaio 2023 e dal gennaio 2024.
Una bella iniezione economica nelle tasche dei nostri amministratori insomma, che però – va detto – grava per intero sulle casse comunali, poiché il comma 51 dell’art.13 della finanziaria della Regione Sicilia, stabilisce, con estrema chiarezza, che “Gli enti locali della Regione …..possono applicare, con oneri a loro carico, i commi 583, 584 e 585 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021 n.234”.
Orbene, comprendiamo benissimo che fare l’amministratore – specie nei centri più popolosi – costituisca un impegno importante, che richiede tempo ed un notevole dispendio di energie e che, pertanto, vada adeguatamente remunerato, ma tale retribuzione andrebbe anche commisurata ai fondi disponibili nelle casse comunali nonché ai risultati ottenuti. Riteniamo, infatti, che la ratio della norma volesse premiare gli enti locali più virtuosi, rispetto ai quali i predetti aumenti costituirebbero la giusta gratificazione per il lavoro svolto, non pesando eccessivamente sulle casse comunali.
Ma un comune che si trova ad affrontare un piano di riequilibrio decennale, dove non si hanno nemmeno i soldi per l’acquisto di un albero di natale, dove i fondi per servizi sociali e per i disabili sono ridotti al lumicino, dove gli impianti sportivi cadono a pezzi, e dove la maggior parte delle strade sono ridotte ai minimi termini, non ci sembra un grande esempio di virtuosismo.
Per tale ragione, tralasciando il fatto che persino la terminologia utilizzata dal legislatore regionale – che recita che “Gli enti locali possono….” ( non che ‘debbono’ ) applicare gli aumenti – inviterebbe alla cautela, ci piacerebbe che i nostri amministratori, in un periodo dove il costo delle bollette di gas, energia e carburante grava pesantemente sui bilanci di famiglie e imprese, facessero uno sforzo, di buon senso. E’ vero che tali aumenti sono stati stabiliti da una legge, ma basterebbe una “diversa manifestazione di volontà” per non applicarli, così come hanno fatto altri comuni vicini, pur non avendo gli stessi problemi di bilancio. Ma questa forse è solo una nostra idea distorta della politica.
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