Il 14 settembre gli studenti di tutta Italia torneranno a scuola. E, questa volta, non dagli schermi dei loro computer ma in aula, su quei banchi che sono stati costretti a lasciare per mesi a causa del lockdown.
Escluso, per il momento, l’utilizzo di separatori in plexiglas, o altro materiale, ma confermato il distanziamento fisico di un metro “tra gli alunni” (come scrive testualmente il Comitato Tecnico Scientifico). Ingressi ed uscite saranno “differiti e scaglionati”, mentre le lezioni saranno svolte a “turni differenziati”. Possibile anche una “diversa modulazione settimanale del tempo a scuola”, frase che ha sostituito nel testo definitivo della bozza il prolungamento delle lezioni al sabato. Inoltre, un’altra grande novità sarà la precondizione per la presenza a scuola, di alunni e personale, ovvero non si potrà andare a scuola con il raffreddore. Questo, perché si punta a minimizzare il rischio di contagio. I tempi di recupero saranno ampi, niente scuola per i 3 giorni successivi ai sintomi influenzali (difficoltà respiratoria o febbre). Quindi, se ad esempio uno studente dovesse avere un po’ di raffreddore sabato (e solo sabato) anche in caso di guarigione, sulla carta non potrebbe tornare in aula fino a martedì.
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