(Attualità)-L'Editoriale
>L'Ospedale Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto col Pronto soccorso solo Covid penalizza una popolazione di oltre 100mila persone<
>Intanto la popolazione che ha bisogno del proprio Pronto Soccorso cittadino continua ad incolonnarsi come delle "pecorelle smarrite", (ci scusiamo a priori per la frase), si tratta di gente perbene, che ha una dignità, lasciata per ore in attesa che vengano chiamati dai sanitari di turno per poter accedere nel punto Emergency dell’Ospedale di Milazzo, dove le lungaggini causate dalla mole di lavoro che si presenta giornalmente, dove per i pazienti le lunghe ore di attesa diventano snervanti, prima di poter varcare la porta d'ingresso di quel Pronto Soccorso.
(Vale la pena ricordare che entrare prima di un'ora o le due ore di attesa, significa essere tra i più fortunati, sarebbe un record, quasi come gridare al miracolo).
A Barcellona invece nessuno sa niente, nessuno fa nulla per ovviare a questa assurda situazione. Volendo capirci qualcosa, è davvero difficile da poter interpretare. Una telenovela senza mai una fine, senza una precisa regia, avvolta in un immenso mistero.
Sarebbe giunto il momento - chi di dovere- far conoscere, in modo chiaro, il destino del Pronto Soccorso Covid dell'Ospedale di Barcellona.
Non è assolutamente ammissibile penalizzare un vasto comprensorio, lasciandolo mesi o anni senza i servizi essenziali per la salute pubblica. Ricordiamo che il Cutroni Zodda di Barcellona PG, da oltre un secolo, è stato punto di riferimento per la salute dei propri cittadini e non solo, inclusi anche i lunghi anni del vecchio sito, quello di Pozzo di Gotto.
C’è da chiedersi, quanto costa alla Sanità, giornalmente, tenere aperto l’intero Ospedale barcellonese con pochissimi pazienti sparsi in quei pochi reparti?
Non sono bastate di recente tutte le battaglie e le prese di posizione di Uil Fpl, e del Comitato per la Salute del cittadino per scoperchiare con i media delle varie testate locali e nazionali il mancato intervento della sanità regionale sui posti letto del "reparto fantasma" della terapia intensiva. Oggi ai citttadini non rimane altro: rassegnarsi o ritenersi sempre più indignati.
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